Il frantoio o “Lu trappitu”, come viene chiamato in gergo salentino, identifica quella macchina (Trapetum) utilizzata dagli antichi romani nella fase iniziale della molitura, per schiacciare le olive e a separare il nocciolo e il liquido amaro dalla polpa. Nel Salento, tra i centri più proficui della produzione olearia, sono presenti molti frantoi ipogei e proprio da qui, sin dall’antichità, gran parte dell’olio veniva esportato in tutta Europa.
Sono tantissimi gli itinerari suggestivi che è possibile visitare durante una vacanza nel Salento, tuttavia, una cosa da vedere assolutamente sono i suoi tradizionali frantoi ipogei, chiamati in gergo salentino "trappeti".
Questi ambienti, destinati alla produzione ed alla conservazione di olio di oliva, sono in alcuni casi molto antichi, essendo stati ricavati a loro volta da granai o cripte risalenti all’epoca messapica o bizantina; l’evolversi della cultura contadina e commerciale, incentrata in questi luoghi sulla produzione dell’olio di oliva, spinsero infatti la popolazione a cercare il modo migliore per conservare il prodotto più a lungo, preservandolo in ambienti sotterranei a temperatura costante.
Già a partire dal ‘600 il porto di Gallipoli ricopriva un ruolo fondamentale nel commercio dell’olio lampante esportato in tutto il mondo. Il frantoio ipogeo della “città bella” è l’unico di quelli risalenti al 1600 ad essere interamente ristrutturato: un autentico museo dove ammirare le attrezzature utilizzate per la produzione dell’olio lampante.
Fra i frantoi più suggestivi, vi è quello di Palazzo Granafei, risalente al XVII secolo e nel quale si possono ammirare gli arnesi dedicati alla produzione di olio per illuminazione.
Nella periferia orientale di Cutrofiano, nei pressi della Masseria Astore, potrete visitare un antico frantoio privato, tra i meglio conservati del Salento. Ai lati dell’ambiente principale, di forma longitudinale, si possono osservare le tracce dei torchi e i pozzetti di decantazione chiusi da vetri oltre che due vasche per la molitura e tre macine.
Nella città di Vernole il frantoio ipogeo Caffa, risalente al 1500, è stato utilizzato sino ai primi del 1900 e conserva tutt’ora il profumo nostalgico della lavorazione delle olive. Continuiamo il nostro viaggio spostandoci verso l’entroterra della Grecìa Salentina per ammirare il frantoio ipogeo Granafei di Sternatia. Utilizzato sino al XIX secolo comprende due ambienti per la spremitura, la tradizionale vasca e le macine.
A Specchia sono visitabili ben 4 frantoi ipogei comunali (Scupola, Cicca, Perrone, Francescani Neri) recentemente restaurati a testimonianza dell'enorme produzione dell'olio d'oliva che questa cittadina vantava nei secoli scorsi. Potrete ammirarli seguendo quella che viene definita la “Via dei Frantoi Ipogei” (Via Perrone - Via Principe Orsini - Via Cicca - Via Garibaldi), un percorso quasi interamente sotterraneo.
A Melpignano, teatro de “La Notte della Taranta” uno dei Festival musicali più importanti del Salento, si trova un frantoio ipogeo interamente scavato nella roccia. Realizzato nel XVII secolo, conserva ancora le grandi vasche per la molitura delle olive, le macine in pietra e i torchi per la spremitura.