National Geographic, rivista mensile internazionale che propone tanti interessanti contenuti anche attraverso il web, ha recentemente proposto un suggestivo articolo dedicato alla Grotta dei Cervi, un luogo salentino che vanta un fascino storico davvero eccezionale.
Porto Badisco e la sua antichissima grotta immersa nel verde
La Grotta dei Cervi si trova esattamente a Porto Badisco, piccola località balneare situata nei pressi di Otranto, dunque sulla costa adriatica del Salento.
Questa antichissima grotta sorge, come descritto nell'articolo pubblicato su National Geographic, nel cuore della natura, in una zona ricca di oliveti e di verde e in cui la mano dell'uomo si riesce appena ad intuire; un paesaggio completamente differente, dunque, da quello che si crede avesse in epoche lontane, quando al contrario era adoperata per i pascoli e per la coltivazione di graminacee e legumi.
Antichi resti ossei ed affascinanti pitture parietali
L'esperienza raccontata dagli autori in questo articolo descrive la Grotta dei Cervi come un luogo fangoso, certamente poco agevole da visitare, ma che trasuda fascino in ogni punto.
All'interno della grotta sono tutt'oggi presenti dei resti ossei, di cui si fa fatica a sapere a quale epoca possano appartenere e soprattutto si sono individuate delle bellissime pitture parietali in ocra rossa.
É sicuramente questa la particolarità che rende così speciale la Grotta dei Cervi; le scene raffigurate lasciano intuire, se pur in modo sommario, quali fossero le attività delle popolazioni dell'epoca.
L'interpretazione di questi disegni parietali
Le pitture in questione raffigurano diverse scene di agricoltura e di allevamento, attività fondanti in questa comunità che popolava la zona di Porto Badisco.
Pare che la realizzazione di queste pitture avesse un vero e proprio valore propiziatorio per le popolazioni che le realizzarono, le quali conferivano una grandissima importanza all'acqua, la quale era dunque considerata un elemento vitale importantissimo.
Queste interpretazioni sono state evidenziate dalla Professoressa Elettra Ingravallo, docente di paletnologia presso l’Università del Salento; l'esperta, allo stesso tempo, ha sottolineato che al momento non si è ancora in grado di sapere chi fossero realmente queste popolazioni.