Percorrendo la costa adriatica, la penisola salentina non smette di meravigliare con il suo incredibile patrimonio geologico e speleologico: la Grotta Romanelli è l'esempio più eclatante.
La grotta offre agli occhi del fortunato spettatore, che si avventurerà per esplorarla, tutta la magia del Paleolitico rinchiuso fra le sue interessanti pareti. Grotta Romanelli, situata lungo la prominente e rocciosa costa di Castro Marina, fu scoperta nel 1900, dallo scavatore Paolo Stasi che la liberò dall'occlusione presente all’ingresso.
L’entrata alta circa otto metri, con forma di arco a cuspide, si evolve in arcata ribassata. Larga 15 metri circa e lunga approssimatamene 35, sorge come un comodo salotto, con le pareti impreziosite di fori di litodomi e graffiti figurativi quali il "Cervide Ritrovato" ed il "Bos Primigenius".
Le caratteristiche geologiche e ambientali evidenziano i depositi interni, di terre brune del Paleolitico medio e di terre rosse del Paleolitico superiore, come prodotti dei trasporti eolici in seguito agli eventi climatici del periodo glaciale ai giorni nostri. L’abbondante materiale osteologico rinvenuto nell’orizzonte antropico testimonia la fauna tipica della zona negli ultimi 120.000 anni.
Fra i reperti ritrovati al suo interno, oggi custoditi nel Museo Scientifico dell’Università di Napoli, impressionanti gli scheletri umani poiché in parte, appartengono all’ultima cultura del Paleolitico superiore, datati 11.000/12.000 anni fa.
E’ importante sapere che non esistono visite guidate alla Grotta Romanelli poiché è vietato l’accesso al suo interno. Tuttavia, visitandola dal mare con la luce del mattino che s’infila nella grotta, si gioisce con lo spettacolo della volta, integramente incisa con segni.