Ad una prima analisi potrebbero sembrare molto simili tra di loro. Se non uguali, per certi versi. Chi conosce bene l’architettura tipica del Salento, però, sa bene che il trullo e la pajara sono in realtà due costruzioni che hanno poco a che vedere l’una con l’altra.
Basta guardare i tetti: uno è a punta, l’altro è completamente piatto.
Se il trullo è tipico delle località che ricadono nella zona centro-meridionale della regione pugliese, la pajara è invece parte integrante della cultura e della tradizione del Salento.
Tant’è che, nelle campagne di Lecce e provincia, trattandosi di costruzioni prettamente rurali, se ne trovano in grande quantità.
Le sue mura sono fatte di pietra a secco ed erano costruzioni che venivano utilizzate perlopiù d’estate, quando i contadini avevano bisogno di un luogo fresco in cui depositare gli attrezzi del mestiere e i frutti del raccolto.
Qualcuno, però, già in tempi non sospetti, aveva ben pensato di adibire la propria pajara ad abitazione. Oggi attorno a queste costruzioni in pietra ruota un vero e proprio business: molti dei turisti che si recano in Salento, infatti, possono decidere di affittare una pajara e di soggiornarvi.
Non c’è modo migliore, in effetti, per calarsi appieno nella magica atmosfera di questo luogo incantato.
Le Pajare: un pò di storia.
Le Pajare salentine hanno origine molto antica. Alcuni studiosi le collocano intorno al 1000 dopo Cristo, in epoca Bizantina, altri addirittura nell'epoca tra il 2000 avanti Cristo e l'eta del Bronzo. Le Pajare donano al paesaggio rurale salentino un tocco folkloristico e suggestivo.
La struttura a tholos ricorda gli edifici funerari dell'Antico Egitto e della Mesopotamia.
Queste costruzioni nascono dalle esigenze dei contadini, venivano infatti utilizzati come luoghi di riposo dopo il lavoro oppure come riparo durante i temporali e nelle ore più calde della giornata.
Spesso le Pajare venivano utilizzate anche come abitazioni estive dai contadini e allevatori per controllare da vicino il bestiame o come luogo di conservazione del raccolto; il nome deriva proprio da Paglia, le Pajare infatti erano il luogo in cui veniva immagazzinata la paglia o altri prodotti della terra.
Nella Pajara i contadini solitamente riposavano su sacchi fatti di foglie di granturco o di paglia, il loro tempo libero invece lo passavano nella parte esterna dove venivano posti dei blocchi di pietra.
In passato i le Pajare sono state considerate solo degli edifici abbandonati, attualmente invece nei mesi estivi diventano meta di vacanze per turisti che amano trascorrere periodi rilassanti immersi nel verde e respirare aria pulita.
Pajare: struttura e caratteristiche.
Esistono varie tipologie di Pajare che si differenziano per dimensioni e modalità di costruzione. Solitamente hanno la forma di tronco di cono con base rotonda o quadrata. Alcune venivano costruite isolate altre in complessi. Indipendentemente dalle dimensioni, venivano costruite con mura molto spesse così da garantire un clima interno sempre fresco in estate. Tra il muro interno e quello esterno veniva lasciato uno spazio riempito con pietre più piccole allo scopo di isolare l'abitazione dalle condizioni climatiche esterne. Spesso si trovano dei caminetti all'interno per riscaldare l'ambiente nei periodi invernali.
Le Pajare venivano costruite con il sistema del tholos ossia sul principio della sovrapposizione di pietre incastrate le une nelle altre che formano così cerchi concentrici chiusi alla fine con una pietra più grande, mentre in antichità la chiusura del tetto avveniva con frasche o tronchi. Spesso vi era una scala che portava alla parte alta della Pajara dove veniva esposto al sole il raccolto per l'essiccatura. La parte esterna invece veniva costruita a gradoni che utilizzati come appoggio per essiccare fichi, legumi o altre verdure.