Gli anni '50 e '60 sono da sempre considerati a metà tra la tradizione e la modernità; tale carattere di quest'epoca si rifletteva negli usi e nei costumi di una particolare area geografica: il Salento.
Qui, come in gran parte del meridione italiano, si era soliti organizzare ricevimenti in occasione di avvenimenti speciali: in realtà, in quegli anni, l'unico vero e proprio ricevimento da festeggiare in "pompa magna" era il matrimonio, preceduto dalla festa di fidanzamento.
Tali ricevimenti seguivano una prassi molto rigorosa: si prestava particolare attenzione al cibo, al vestiario e alle tradizioni di buon auspicio.
Negli anni '50 e '60 cominciò a diffondersi l'usanza del "pranzo al ristorante", ma le famiglie meno facoltose sceglievano di seguire la tradizione, organizzando un copioso banchetto in casa o all'aperto. A tale convivio prendevano parte i familiari più stretti che, per l'occasione, si erano elegantemente agghindati, sfoggiando abiti che avevano fatto preparare apposta, per tale occasione, da sarte molto esperte.
Gli invitati venivano avvisati con pochi giorni d'anticipo e, a seconda dell'avvenimento e del relativo ricevimento, osservavano usi e tradizioni locali: ad esempio, in occasione di un matrimonio, cospargevano il letto matrimoniale di monete e confetti; auguravano agli sposi una ricca prole lanciando semi di grano e monetine.
I ricevimenti nel Salento di questo periodo non terminavano con la consegna della classica bomboniera: essa era sostituita dal semplice dono di coppe di confetti, ritenuti dalla tradizione simbolo di buon augurio.