Costerebbe uno sforzo improbo riproporre tutti gli aggettivi assestati a fianco al nome di Carmelo Bene nel corso della sua carriera.
É indubbio che la sua arte, affiancata ad una personalità che tutto poteva suscitare tranne indifferenza, abbia rivoluzionato i canoni del teatro mondiale; forse destabilizzando critici e spettatori, ma senza mai deviare da un percorso finalizzato a dare una profonda impronta personale anche ai classici della letteratura.
Salentino doc, nato a Campi Salentina nel 1937, Bene è stato un assoluto innovatore che dalla terra natia ha saputo fare viaggiare il suo talento contaminando i teatri di tutto il mondo. Rutilanti cambi di scena e costumi, musica che non è più solo sottofondo ma piuttosto co-protagonista, la sua voce che talvolta si profila come playback amplificato di figuranti muti, citazioni fuori testo, hanno generato meta-spettacoli: metafisica adattata al palcoscenico, ideali dipinti di De Chirico, Morandi o Carrà che pur diventando tridimensionali hanno mantenuto i molti punti di fuga, le incongruenze spazio-temporali, il senso di solitudine,
Un'arte difficile da comprendere quella di Carmelo Bene, così come sfuggente è stato il suo carattere. Di lui molto si è scritto e detto, talvolta i suoi eccessi sono stati rielaborati da penne prodighe di fantasia. Era l'enfante terrible del teatro, ma alcune delle sue perfomance fuori copione gli sono state erroneamente attribuite.
Una su tutte: non ha mai orinato su uno spettatore. L'atto in questione è stato compiuto durante un suo spettacolo ma da un altro attore, un argentino accortosi che tra il pubblico era seduto l'ambasciatore del suo Paese per il quale, si evince, non nutriva sentimenti affettuosi.
Ciò non toglie che le intemperanze di Carmelo Bene siano state notevoli e ben documentate dai media: il suo lessico era irriverente e spesso rissoso, la sua insofferenza alle regole lo facevano risultare antipatico o addirittura folle. Ma nulla può intaccare la sua genialità che l'ha portato anche a rivedere, rielaborare, riadattare, assecondando la sua personalità, le opere di indiscussi talenti "intoccabili". Memorabili le revisioni, messe in scena alla fine degli anni '70, di alcuni dei capolavori shakespeariani. Ad alcuni avranno fatto storcere il naso, ma il suo Amleto resta unico.