Era definito l' “antropologo del Sud”. Ernesto De Martino fu uno dei più importanti ricercatori italiani del folklore e delle tradizioni, oltre ad essere anche etnomusicologo e musicologo.
La sua origine e la sua formazione universitaria furono gli elementi basilari dei suoi lavori; opere che tennero quasi sempre in altissima considerazione la cultura contadina di quel Sud al quale l'antropologo napoletano si sentiva fortemente legato.
Le esplorazioni in Lucania e in Salento produssero approfondite analisi che videro la loro divulgazione nei celebri volumi ''Sud e Magia'' e ''Il mondo magico''.
Il tarantismo (o tarantolismo), studiato e codificato da Ernesto De Martino, è un fenomeno isterico che colpisce (così almeno vuole la tradizione) una persona “pizzicata” da una taranta,animale non ben identificabile - se non nella diceria contadina - e paragonabile ad un ragno oppure ad un rettile.
Nella monografia ''La terra del rimorso'' De Martino ha descritto il fenomeno come una miscela di credenze religiose e culturali che vanno a formare una sorta di sincretismo che sfocia nell'esaltazione collettiva.
L'analisi effettuata direttamente in Salento si avvalse della collaborazione di diversi studiosi - tra i quali un medico, uno psichiatra, un'antropologa e un etnomusicologo - che girarono il territorio tra Copertino, Galatina e Nardò realizzando così una delle prime esperienze multidisciplinari di studio.
L'indagine comprese anche il fenomeno della "taranta", musicalmente rivalutata come genere popolare - che coinvolge gente di ogni generazione ed estrazione sociale - e che vede teatralizzata la danza folkloristica della pizzica attraverso la riproposizione delle atmosfere contadine di un tempo e il rispetto della tradizione (anche se non mancano chiavi di lettura del fenomeno più “moderne”).
De Martino ha lasciato un importante segno del suo passaggio nel meraviglioso Salento; un'area che deve soprattutto alla sua opera il grande interesse che oggi è capace di suscitare nei tanti turisti che ogni anno scelgono di visitarla.