Mare mozzafiato, bellezze paesaggistiche ed architettoniche di prim’ordine, eventi folkloristici e calda ospitalità: questi i tratti caratteristici del Salento noti a tutti. Ancora oggi, tuttavia, uno dei più importanti panorami del territorio salentino rimane sconosciuto a molti: quello vitivinicolo.
Proprio qui, nella bassa Puglia, si riuniscono tutte le più importanti etichette che hanno contribuito a far conoscere la storia della viticoltura salentina al mondo intero.
Il Primitivo è senza dubbio uno dei più importanti vitigni a bacca rossa del Salento ed è l’esempio vivente di come un vino possa svelare con passione i tratti distintivi del territorio d’origine: si tratta di un vino rosso, colore che lo accomuna con la terra da cui proviene.
Baciato dal sole del Salento e carezzato dalle fresche brezze marine, il primitivo risulta un vino robusto, dal colore rosso rubino con riflessi violacei, intenso e persistente al gusto con tannini gradevolmente rotondi.
La storia di questo straordinario vino ha i contorni della leggenda: approdato in Puglia, probabilmente dall’altra sponda dell’Adriatico per mano degli Illiri, popolo della regione balcanica dedito alla coltivazione della vite, iniziò ad essere commercializzato in tutto il Mediterraneo dai Fenici antichi frequentatori delle nostre coste.
La Provincia di Taranto, conosciuta anche come Messapia, è per definizione la terra del Primitivo che proprio qui ha trovato nei secoli il suo habitat naturale, nelle lingue di terra sabbiose che costeggiano il mare, traendo la sua forza alcolica dal clima particolarmente caldo.
Spostandoci verso le zone di Copertino, tra i principali centri agricoli, commerciali ed artigianali del basso Salento, facciamo la conoscenza di un altro protagonista indiscusso del panorama vinicolo saltino e nazionale: il Negramaro, la cui origine particolare risale almeno al VII sec a.C., l’epoca della colonizzazione greca.
Questi vitigni danno vita a vini rossi e pregiati rosati caratterizzati da struttura piena ed ottenuti grazie una breve ma meticolosa macerazione delle bucce che le dona la sua impronta inconfondibile.
Al terzo posto tra i vini a denominazione d'origine controllata col maggior tasso di crescita nelle vendite per la grande distribuzione, secondo un'indagine svolta per il Vinitaly nel 2008, appare come un vino dall’intenso colore rosso e dal profumo intenso e fruttato, amarognolo al gusto. Le uve di Negramaro, inoltre, sono estremamente duttili, utilizzate sia per vinificare in purezza, oppure usato come base di moltissime DOC salentine.
Sia il Primitivo che il Negramaro sono vini a tutto pasto perfetti, inutile dirlo, se accompagnati dai gustosi piatti tipici della tradizione culinaria salentina.